Don Luigi Sturzo: Roma, presentati gli Atti del Convegno internazionale di Caltagirone

Orientare, “uniti e insieme”, la dimensione politica, sociale e culturale del nostro Paese, alla luce di un “metodo” che cento anni fa don Luigi Sturzo ha avviato, portando il mondo cattolico a dare vita a un rinnovato impegno per costruire il bene comune. È la riflessione che si è sviluppata in una riunione plenaria svoltasi all’Istituto “Luigi Sturzo” di Roma, per continuare il “processo” avviato con il Convegno internazionale sturziano, tenutosi dal 14 al 16 giugno a Caltagirone per fare memoria del centenario dell’Appello ai Liberi e forti. In circa trenta, tra esperti, testimoni, rapporteur e relatori protagonisti a Caltagirone, hanno partecipato all’appuntamento romano, riprendendo il confronto in un frangente politico decisamente delicato per l’Italia. A nome del Comitato promotore e scientifico del convegno, l’incontro, di natura programmatica, è stato aperto da Salvatore Martinez, presidente del Polo di eccellenza e della promozione umana e della solidarietà “Mario e Luigi Sturzo” e presidente della Fondazione “Casa Museo Sturzo”. “Siamo qui per presentare gli Atti di un evento che raccoglie 280 pagine, redatte in formato pdf per garantirne a tutti l’accesso, e – ha esordito Martinez – per cogliere la ricchezza contenutistica del convegno e riflettere sulle parole che Papa Francesco e il card. Gualtiero Bassetti ci hanno consegnato: sono indicazioni preziose da cui non si può prescindere per compiere ulteriori passi progettuali”. 36 relatori, 12 rapporteur, 38 contributi scritti, 1.339 partecipanti: sono alcune delle cifre ‘raccontate’ dalla WebApp e dall’attività dei social media e registrate negli atti. Quindi, senza tralasciare lo “sguardo all’Europa” offerto dal card. Angelo Bagnasco al convegno stesso, la rilettura di alcuni passaggi della lettera autografa del Papa – “un inedito, dato che era dal Concilio Vaticano II che non si registrava un atto magisteriale che avesse come fondamento la figura di Sturzo” -, del messaggio del presidente della Cei e della Dichiarazione finale firmata dal Comitato secondo “tre prospettive e due impegni” nello stile di una “discontinuità metodologica e culturale per la costruzione di un nuovo umanesimo”.

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