Usa: card. DiNardo (vescovi), “combattere la malattia sociale delle armi e della violenza”

“La combinazione di armi di distruzione di massa prontamente disponibili e un’ideologia nazionalista razzista tossica bianca è la ricetta perfetta per il disastro”. Lo si legge in un comunicato il Consiglio nazionale delle Chiese che chiede ai rappresentanti del Congresso di ripristanare i divieti sulle armi d’assalto e di votare la legislazione approvata dalla Camera dei rappresentanti e bloccata al Senato. “Il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell, deve essere ritenuto responsabile del blocco della legislazione che avrebbe introdotto misure di buonsenso già anni fa”, conclude il comunicato. Sulla stessa scia è il presidente dei vescovi Usa, card. Daniel DiNardo, che chiede ai cattolici “di alzare la voce per apportare i cambiamenti necessari alla nostra politica e cultura”, mentre invita i comitati della Conferenza episcopale competenti a delineare una campagna nazionale per combattere “la malattia sociale delle armi e della violenza”. La teologa della Loyola University di Chicago, Therese Lysaught, ha proposto che i vescovi statunitensi lancino una “raccolta di armi da fuoco” in ogni parrocchia cattolica come una forma di amnistia concreta. La battaglia dei vescovi contro le armi non è nuova: fin dagli anni ’90 hanno sostenuto un approccio globale al problema della violenza armata, dove si sottolinea la necessità di leggi più restrittive sul controllo delle armi, incluso il divieto dei fucili d’assalto, e maggiori controlli sulla sicurezza, ma anche un miglioramento nell’assistenza sanitaria delle persone con disturbi mentali. Al coro di richieste di riforma si sono uniti anche esponenti di varie comunità religiose, dai sik ai musulmani. Questi ultimi chiedono ai legislatori, non solo una riforma delle leggi sulle armi ma anche di “inserire i suprematisti bianchi e i gruppi neonazisti tra le organizzazioni terroristiche, come ha fatto il Canada”.

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