Decreto sicurezza bis: Amnesty, “forte preoccupazione per norme che criminalizzano solidarietà”

“Profonda preoccupazione” per i contenuti del Decreto sicurezza-bis, su cui è stata votata ieri la fiducia, è stata espressa da Amnesty international: “Un atto che si posiziona contro il senso stesso di civiltà, un provvedimento figlio del clima di odio che è stato consapevolmente fomentato in questi ultimi mesi”. Al di là delle singole norme, precisa l’organizzazione in difesa dei diritti umani, “quello che ci preme evidenziare è il chiaro intento che il decreto persegue: limitare e scoraggiare la società civile dal combattere per i diritti di tutti”. “Nonostante i dati del Viminale evidenzino che nell’ultimo anno gli sbarchi sono diminuiti drasticamente – fa notare Amnesty – e che non c’è nessuna invasione in atto, i migranti continuano ad essere dipinti come fattore di pericolo per la sicurezza pubblica. In aggiunta, è stato ampiamente dimostrato come le Ong non siano un fattore di attrazione per le partenze”. “La criminalizzazione di chi salva vite in mare – afferma – non è priva di conseguenze: nei mesi estivi si è registrato uno spaventoso aumento del tasso di mortalità in mare”. Amnesty punta il dito anche contro la seconda parte del decreto, che inasprisce le sanzioni per oltraggio a pubblico ufficiale e altri reati commessi nel corso di manifestazioni pubbliche, la quale “ha il chiaro scopo di limitare gli spazi di libertà di chi vuole rivendicare i propri diritti e quelli della collettività. Al contrario, pensiamo che la discussione di questo provvedimento avrebbe potuto anche essere un’occasione per aprire un dibattito sulle misure di trasparenza per l’operato delle forze di polizia, come i codici identificativi, a tutela e a garanzia del lavoro degli agenti stessi”.

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