Missione: mons. Sorrentino (Assisi), “la geografia dell’evangelizzazione ora è a 360 gradi intorno a noi”

Come reagirebbero gli uomini della finanza se dovessero mettere in pratica la parabola dei talenti? Se lo è chiesto mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, durante l’omelia della santa messa celebrata, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, per i partecipanti alle Giornate di formazione e spiritualità missionaria, promosse dalla Fondazione Missio e dall’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese, nella città del Poverello. “Non si tratta – ha evidenziato – di tirare le somme numeriche dei frutti dei talenti che Dio ci ha dato, ma di seguire un’altra logica. Non dobbiamo mai dimenticare che tutto ciò che abbiamo è suo, siamo suoi servi che devono incrementare quanto ricevuto. Dio ci ha messo in mano il mondo, dobbiamo custodirlo e valorizzarlo”. E se ciò è vero per le cose di questa terra è ancor più vero per tutto ciò che attiene alla vita spirituale. E quale talento è più grande del dono della fede? “La fede è amore e si traduce su questa terra in principio di speranza che deve guidarci in ogni azione. E la vocazione missionaria è un dono particolarmente speciale che ci invita a condividere e moltiplicare questo dono con l’annuncio ai fratelli fino agli estremi confini della Terra”, ha detto il vescovo, aggiungendo: “Il battesimo che abbiamo ricevuto è fonte di missione e la missionarietà è la dinamica interna che vivifica la Chiesa, dove finisce la missione finisce la Chiesa. Anche se oggi la dinamica missionaria non è più viva come un tempo, la salvezza cristiana resta un punto di arrivo che ci permette di diventare una sola cosa con Gesù. E ci sono ancora tanti fratelli che ne hanno bisogno, non solo in terre lontane ma anche in Europa, perché è cambiata la geografia dell’evangelizzazione che ora è a 360 gradi intorno a noi”. Ribadendo l’importanza del dialogo con altre religioni nello “spirito di Assisi”, mons. Sorrentino ha ricordato che in questa terra san Francesco formava i suoi primi confratelli, rendendoli missionari dell’annuncio di una Chiesa nuova.

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