America Latina: assemblea Iglesias y Minería, “impatto sempre più disastroso” delle attività estrattive. “Riceviamo con indignazione le notizie dall’Amazzonia”

“Riceviamo con indignazione la notizia degli incendi criminali nell’Amazzonia”, che con la responsabilità del Governo attentano “in modo diretto contro la vita del pianeta”. Ma anche “incoraggiamo a mettere in comune le molteplici resistenze dei nostri popoli, radicate nei propri territori, alimentate dalle culture e spiritualità originarie, tradizionali e cristiane. Scegliamo e avviamo azioni di rafforzamento di questa lotta, sapendo che da esse dipende anche la sopravvivenza del nostro pianeta, la nostra Madre terra”. Sono alcuni passaggi della “Carta di Buenos Aires”, il documento conclusivo della quarta assemblea della rete ecumenica latinoamericana Iglesias y Minería, che si è tenuta il 21 e 22 agosto nella capitale argentina. Vi hanno partecipato oltre 60 persone: vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici di 10 Paesi latinoamericani (Argentina, Brasile, Cile, Colombia, El Salvador, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico e Perù), assieme a rappresentanti del Regno Unito. Il documento mette in evidenza “l’impatto sempre più disastroso” delle attività estrattive in varie zone del continente, che “uccidono persone e sterminano la natura”.
Durante l’incontro si è fatta memoria, con il vescovo ausiliare di Belo Horizonte, dom Vicente Ferreira, della recente tragedia di Brumadinho (Brasile, Minas Gerais), dove 270 persone sono morte o non sono più state ritrovate in seguito al crollo della diga nella miniera dell’impresa Vale. Simbolico l’abbraccio di dom Vicente con Norita Cortiñas delle Madri di plaza de Mayo, le mamme dei desaparecidos della dittatura argentina. E non è mancato il ricordo delle 60 persone uccise e delle 218 criminalizzate, negli ultimi 10 anni, nell’ambito di conflitti minerari in America Latina.

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