Perdono di Assisi: p. Ronchi (teologo), “ci mette a confronto con l’infinita misericordia di Dio affinché noi siamo misericordiosi con gli altri”

Da ieri e fino alla mezzanotte di oggi è possibile beneficiare del Perdono d’Assisi, l’indulgenza plenaria che può essere ottenuta alla Porziuncola oppure visitando tutte le chiese parrocchiali e francescane. “Momenti come questo ci mettono a confronto con l’infinita misericordia di Dio e ci ricordano che tutto è grazia”, spiega padre Ermes Ronchi in un’intervista al Sir, ma al tempo stesso ci chiedono di “essere indulgenti con gli altri”. Per il teologo” il perdono non è un atto di debolezza ma di fede”. Perdonare significa “credere che chi mi ha fatto del male ha in sé la potenzialità per essere un altro. Dio ci perdona perché vede oltre noi; vede primavere nei nostri inverni”. Il perdono è dunque “un gesto di fiducia e di speranza che piantando piccole oasi di pace può cambiare piano piano il deserto della storia” ed è  “il” dono per eccellenza. E se noi facciamo fatica a perdonare dipende dal fatto che riteniamo tutto ci sia dovuto: amore. stima, rispetto. Solo se comprenderemo la nostra condizione di “debitori” e saremo riconoscenti per tutti i doni ricevuti da Dio, “saremo in grado di perdonare”. “Tutto è grazia  chiosa Ronchi -. Dio non si merita, si accoglie; il perdono non si merita, si accoglie; le cose più belle che vengono dall’alto non sono nostra conquista, ma vanno attese”. Ecco, conclude, “io oggi attendo l’indulgenza di Dio sulle mie ferite, sulle mie fatiche, sulle mie lacrime e, a mia volta, mi impegno ad estenderla agli altri perché la sostanza dell’etica e della morale cristiana è fare con gli altri ciò che Dio fa con me”.

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