Olocausto dei rom: Chiese d’Europa (Cec), “esclusione e violenza in Europa non sono un ricordo del passato”

La discriminazione contro i rom non è “un ricordo del passato” ma continua. Per questo le Chiese d’Europa devono essere “vigili” ed agire “contro ogni forma di discriminazione”, nella “difesa dei diritti umani, soprattutto delle popolazioni più vulnerabili e stigmatizzate”. A lanciare questo appello è la Conferenza delle Chiese d’Europa nel giorno in cui si ricorda lo sterminio, il 2 agosto 1944, 75 anni fa, del campo Rom di Auschwitz-Birkenau: in un solo giorno oltre 4.000 persone, in maggioranza donne e bambini, furono sterminate nelle camere a gas. Per questo, da alcuni anni, è stato istituito il “Roma Genocide Remembrance Day”, la giornata in ricordo del genocidio dei Rom e Sinti durante la seconda Guerra mondiale, definito in lingua romanì Porrajmos (divoramento) o Samudaripen (sterminio) che provocò mezzo milione di vittime di questa popolazione. La Giornata di oggi – si legge in un comunicato della Cec – serva come monito della discriminazione in atto ancora oggi verso questo grande gruppo minoritario in Europa”. “Ricordare il Porrajmos – afferma Torsten Moritz – è un impegno costante per le Chiese in Europa. L’azione delle chiese oggi è significativa, poiché l’esclusione e la violenza contro i rom in Europa purtroppo non sono un ricordo del passato”. “Ogni settimana – incalza il rappresentante dell’organismo europeo – veniamo a conoscenza di nuovi atti di violenza da parte di gruppi che diffondono l’odio razziale, nonché dell’esclusione sistematica dei rom da parte delle autorità pubbliche. Ciò è spesso accompagnato da una retorica di odio e divisione da parte dei politici, che si definiscono cristiani. Come chiese cristiane dobbiamo essere chiari: ogni essere umano è uguale e creato a immagine di Dio ”. Il presidente della Cec, rev. Christian Krieger, ha dichiarato: “Ricordare non è solo un compito di fedeltà al passato, è soprattutto un dovere verso il presente e il futuro. La discriminazione contro i Rom continua e le chiese devono essere vigili, pregare e agire per difendere i diritti umani di tutte le persone, specialmente le persone più vulnerabili e stigmatizzate”.

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