Prostituzione: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “pronti a soccorrere chi decide di sottrarsi alla tratta”

“Convocare al più presto un tavolo programmatico per concordare interventi di vigilanza e presidio delle strade volto a offrire gli aiuti necessari”. Lo chiede mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, ai rappresentanti delle istituzioni con una lettera indirizzata loro per “richiamare la vostra attenzione sul crescente fenomeno della prostituzione che dilaga nella Piana di Sibari, in particolare sulla strada statale 106, dove sostano in tutte le ore donne e ragazze anche giovanissime che offrono prestazioni sessuali”. L’attenzione del vescovo è per le donne “vittime di ‘tratta’ da parte di organizzazioni illegali”, che “vengono oltraggiate nella loro dignità umana”. “Non posso tacere, come pastore. Ogni silenzio sarebbe complicità colpevole”, la certezza del presule cassanese. Per mons. Savino, che denuncia “da cristiano e da pastore della nostra Chiesa locale altre forme di illegalità diffusa come il lavoro nero e l’usura, il caporalato e il pizzo, la ludopatia e lo spaccio smisurato delle sostanze stupefacenti”, esiste “una interconnessione stretta tra tali fenomeni illegali e la ‘ndrangheta che, come affermò anche il Santo Padre nella sua visita (a Cassano, nel 2014, ndr), condiziona con prepotenza i rapporti civili per il guadagno ad ogni costo”. Infine, mons. Savino assicura “a tutte le donne che si prostituiscono o che vengono prostituite” che “la comunità cristiana, la Chiesa è disponibile a soccorrere chi decide di sottrarsi alla sopraffazione di cui è vittima, spesso inconsapevole, per intraprendere un percorso di riabilitazione sociale, difficile, ma possibile”.

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