Diocesi: Lecce, atto vandalico su un’edicola votiva. L’arcivescovo Seccia, “atto inqualificabile”

“Conosco bene il ‘tempietto’ di Via Rubichi per averlo potuto ammirare già nei primi giorni del mio arrivo a Lecce. Ne notai subito l’ottima fattura e, osservandolo con attenzione, sono rimasto particolarmente colpito dallo sforzo dell’autore di poter raffigurare la struggente scena evangelica sullo sfondo del mare salentino”. Lo dichiara in una nota l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, in seguito all’atto vandalico compiuto la scorsa notte ai danni dell’edicola votiva della “Pietà” di Via Rubichi, nel centro storico di Lecce. “Al di là dello scempio – prosegue il presule – compiuto ai danni di un’opera d’arte riconosciuta dagli studiosi, atto che per me rappresenta già motivo di rammarico in quanto il patrimonio storico-artistico rappresenta la memoria e il futuro della nostra terra, mi preoccupa anche l’insensibilità verso le immagini sacre specie quando, come in questo caso, rappresentano il sentimento più profondo della religiosità popolare”. Segnalando che “le nostre chiese barocche e le nostre opere sacre già non godono di buona salute”, l’arcivescovo evidenzia che “se poi si aggiungono gli sfregi compiuti dai vandali, il quadro diventa ancor più scuro”. “Risultano difficili da comprendere i motivi di un atto così inqualificabile proprio nei giorni in cui applaudiamo per la ‘liberazione’ di Santa Croce e per la sua restituzione ai leccesi e ai turisti e mentre è nel vivo il dibattito sul recupero della statua bronzea del Patrono discesa dalla colonna”. A “rincuorare” mons. Seccia è “il senso di profondo dolore da parte di chi ama la città, l’arte e, perché no, anche da parte di chi è fortemente radicato in queste forme di devozione”. “Sia questo senso di pacifica ribellione e di forte appartenenza cristiana, l’insegnamento più alto per chi ha smarrito la via”.

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