Costa Rica: i vescovi invitano a proseguire nel dialogo sociale e ad affrontare la crescente disoccupazione di giovani e donne

Un ulteriore invito a proseguire nel dialogo sociale e la preoccupazione soprattutto per l’aumento della disoccupazione. Sono due tra i temi affrontati dalla Conferenza episcopale della Costa Rica (Cecor), nel messaggio finale diffuso al termine dell’assemblea che si è svolta dal 5 al 9 agosto, dedicata all’analisi della realtà del Paese e alla relativa azione pastorale della Chiesa.
Sul dialogo sociale, a poche settimane dalle manifestazioni popolari e dall’avvio di un dialogo nazionale tra governo e società civile propiziato dagli stessi vescovi, il messaggio insiste sull’opportunità di “proseguire nella ricerca di strade per un dialogo costruttivo, in comunione di pensieri e idee, con l’obiettivo di raggiungere il desiderato bene comune”. Per questo è considerato “sommamente positivo” l’avvio di tavoli di dialogo tra settore sociali e autorità di Governo, che hanno preso avvio giovedì scorso, “con la speranza che esse possano dare un fruttuoso dialogo. Ugualmente invitiamo con forza a superare i possibili ostacoli per dare un giusto esito allo sciopero attuale del settore sanitario”.
Non mancano, però, da parte dei vescovi, ulteriori preoccupazioni: “Sono urgenti opportunità di lavoro per i nostri giovani e donne, specialmente delle campagne e delle zone litoranee depresse per la povertà”. Il messaggio segnala che il tasso di disoccupazione è il più alto dell’ultimo decennio e tra ottobre e dicembre ha toccato il 12%, senza contare le 60mila persone che sono uscite dal mercato del lavoro essendosi stancate di cercare un’occupazione. Contando anche loro, si arriva al 13,4%.
I vescovi chiedono scelte di “giustizia economica” e riflettono sulla “forza di unificazione” della religione, mentre tale dimensione rischia di diventare piuttosto un aspetto privato e intimistico. “La fede in Cristo – riflettono – ci porta a impegnarci nella trasformazione della società a partire dai principi della carità, della giustizia e della verità. Tocca a noi suscitare i cambiamenti positivi di cui ha bisogno il Paese, rinunciando ai privilegi che possono essere legali, ma lontani dalla solidarietà. È qui che lo spirito di sacrificio e rinuncia mostra corrispondenza con chi ha meno”.

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