Brasile: 1.500 donne indigene in marcia a Brasilia. “No a smantellamento di istituzioni e politiche sociali e sanitarie”

Ieri circa 1.500 donne indigene, che in questi giorni stanno dando vita a una marcia di protesta promossa da numerose organizzazioni indigene, della società civile ed ecclesiali (tra cui il Cimi, Consiglio indigenista missionario, collegato alla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile), hanno occupato il quartier generale del Segretariato speciale per la salute indigena (Sesai) a Brasilia. Si tratta dell’organismo responsabile dell’assistenza sanitaria differenziata delle popolazioni indigene. Provenienti da tutte le regioni del Brasile e in rappresentanza di oltre 100 popolazioni, le leader indigene hanno diffuso un manifesto nel quale esprimono preoccupazione e condanna per “l’obiettivo perseguito dal Governo Bolsonaro di smantellare tutte le istituzioni e politiche sociali che ci riguardano, e in questo momento, in particolare la politica Servizio sanitario nazionale”.

La lettera, firmata dall’Associazione delle popolazioni indigene brasiliane (Apib), denuncia la Misura provvisoria (Mp) 890, che è stata modificata dal presidente Jair Bolsonaro all’inizio di agosto, con l’istituzione del programma “Médicos pelo Brasil” (Medici per il Brasile), in sostituzione del programma Mais médicos (Più medici).
Nel documento, le donne indigene sottolineano che l’occupazione del quartier generale di Sesai ribadisce “la posizione dei nostri popoli contro ogni prospettiva di municipalizzazione o privatizzazione dell’assistenza sanitaria indigena”, come di fatto accadrebbe con l’Agenzia per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria primaria (Adaps), che, per le leader indigene, avrebbe l’obiettivo di “aprire le cure primarie come mercato per il settore privato”. “Ribadiamo il nostro impegno a continuare la lotta a difesa dei nostri territori, delle nostre conoscenze e conoscenze tradizionali, delle politiche specifiche e differenziate, in particolare nei settori della sanità e dell’istruzione”, conclude il manifesto. Una delegazione delle donne indigene è stata ricevuta dalla ministra del Supremo tribunale federale Carmen Lúcia Antunes Rocha.

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