Diocesi: card. Bagnasco (Genova), “le parole di Gesù rovesciano la logica del buon senso comune, la fede è fonte di libertà”

“L’imperatore Valeriano combatteva i cristiani non solo per impadronirsi dei loro beni, ma anche per impedire alla Chiesa lo svolgimento pieno della sua missione: le opere buone, infatti, hanno spesso bisogno di risorse”. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nell’omelia pronunciata stamani per la solennità di San Lorenzo, al quale è dedicata la cattedrale di Genova. Il porporato ha ricordato la vicenda terrena del diacono romano ricordando che “l’opinione corrente considerava i seguaci di Gesù come strani e pericolosi per l’unità politica dell’impero: pur avendo le occupazioni di tutti i cittadini, vi era nel loro modo di pensare e di vivere qualcosa che era lontano dal pensare comune e quindi apparivano divisivi e non affidabili, pericolosi”. “Sono evidenti le affinità con il nostro tempo”, ha sottolineato. Lorenzo, infatti, ha creduto alle parole di Gesù, “parole che rovesciano il modo di pensare, la logica del buon senso comune, che capovolgono il mondo. La fede, infatti, non è una coreografia a piacimento, un ritocco buonista del pensare, un galateo di gentili maniere. Pensare così è un tradimento mascherato di equilibrio e di sobrietà”. In quanto a noi, ha concluso, “dobbiamo restituire a Dio il primato: Lui non ne ha bisogno, ma noi sì per poter vivere nella verità. Per questo Lorenzo è un uomo libero e per questo il mondo è infastidito: intuisce che la fede è fonte di libertà. Ma è proprio vivendo in questa libertà che i discepoli di Gesù amano e servono il mondo di ieri e di oggi”.

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