Brasile: i vescovi sulla rivolta in carcere, “no a ideologia repressiva, sì a prevenzione”

Una “condanna di qualsiasi forma di violenza e mancanza di rispetto della dignità umana”. La esprimono l’arcidiocesi di Belém e la Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) – zona Nord 2 in una nota diffusa ieri, a proposito della tragedia carceraria avvenuta nell’istituto di detenzione ad Altamira, nello Stato brasiliano del Pará, dove uno scontro interno ha portato alla morte di 52 detenuti, tra cui 16 decapitati. Il comunicato porta la firma, tra gli altri, di dom Bernardo Johannes Bahlmann, vescovo di Óbidos e presidente della Cnbb Nord 2 e di dom Alberto Taveira Corrêa, arcivescovo di Belém. “Purtroppo non si tratta di un fatto isolato”, prosegue la nota. Viene ribadita la necessità di denunciare “l’inefficiente gestione delle carceri brasiliane, caratterizzate da fughe, ribellioni, tensione, mancanza di attività, pessime strutture, sovraffollamento e negligenza educativa”. Il comunicato dell’arcidiocesi e della Cnbb condanna “la cultura della carcerazione di massa”, così come “l’ideologia repressiva”, che prendono il posto di “una cultura della prevenzione sia all’interno che all’esterno delle carceri”. D’altra parte, “come ben sappiamo, la cultura repressiva manca di consistenza per affrontare da sola la gravità e l’ampiezza delle molteplici e profonde cause della violenza”. “Ribadiamo la necessità di promuovere politiche pubbliche integrate e l’urgenza di promuovere la prevenzione, in particolare attraverso programmi sociali volti a sostenere la famiglia, l’infanzia e la gioventù – prosegue la nota -. Ispirati dagli atteggiamenti di Gesù Cristo, che ha trattato tutti con il massimo rispetto, rinnoviamo il nostro impegno per la presenza negli istituti di detenzione attraverso la pastorale carceraria”. Anche il Celam (Consiglio episcopale latinoamericano), in un breve messaggio inviato alla Cnbb, esprime cordoglio e assicura la propria preghiera.

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