Ospedale Bambino Gesù: card. Parolin, “nei casi di Alfie Evans e Charlie Gard il suo ruolo è stato centrale”

“Dentro una solida e oculata gestione amministrativa è possibile promuovere investimenti. Penso all’impegno assunto per realizzare l’Istituto per i tumori e i trapianti o alla progettazione di un hospice pediatrico, quanto mai attuale in questi giorni, dopo la morte di Vincent Lambert, che ha risvegliato in noi il ricordo dei bambini Alfie Evans e Charlie Gard. Il ruolo dell’Ospedale in quelle occasioni è stato centrale”. Lo ha affermato il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, nel suo saluto alla presentazione, questo pomeriggio a Roma, presso l’Auditorium di San Paolo Fuori le Mura, del bilancio sociale e della relazione sanitaria e scientifica dell’anno 2018 dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
“Abbiamo il compito di affermare che esistono malattie inguaribili, ma – ha spiegato – non esistono malattie incurabili. Perché curare non significa solo guarire, ma anche accompagnare e custodire”. Il segretario di Stato vaticano ha ricordato come nell’esperienza dell’Ospedale Bambino Gesù “c’è l’apertura al mondo”. “Come struttura della Chiesa – ha proseguito – il Bambino Gesù deve essere sempre un segno di carità e misericordia”. E, ricordando quanto ha scritto Papa Francesco nella lettera inviata in occasione dei 150 anni di attività dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede, il cardinale ha evidenziato che “è necessario conservare la cultura del limite per non illudere con false speranze, ma per costruire con umiltà nella credibilità un futuro migliore”.

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