Messico: preghiera per le vittime di abusi nella Chiesa. I vescovi, “cancro da estirpare”

È stata celebrata, ieri, in Messico la Giornata di preghiera per le vittime di abuso sessuale da parte di membri del clero. Un momento di preghiera si è svolto a Città del Messico, all’Università Cattolica, alla presenza di alcune vittime. Lo ha presieduto il segretario generale della Conferenza episcopale messicana, mons. Alfonso Gerardo Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey. Nell’occasione è stato diffuso un messaggio del Consiglio nazionale per la protezione dei minori (Ceprome), firmato dallo stesso mons. Miranda, in qualità di coordinatore, nel quale si legge: “Entro alcuni anni, probabilmente non molti, la nostra generazione sarà giudicata, di fronte agli orrendi abusi sessuali commessi da sacerdoti, e sarà valutata per come abbiamo saputo affrontare tale problema e risolverlo. Se siamo stati indifferenti, manchevoli, codardi o negligenti; o se, invece, siamo stati sensibili, responsabili, umili e coraggiosi per applicare le correzioni necessarie”. La pratica degli abusi in ambito ecclesiale viene definita un “cancro da estirpare”. Quindi, l’invito ad “accettare questa crisi con profondità e riconoscere che il danno non è stato fatto da fuori, ma che i primi nemici sono al nostro interno, tra i vescovi, sacerdoti e i consacrati; noi che non siamo stati all’altezza della nostra vocazione”. Ma anche a insistere: “Non c’è alcuna giustificazione possibile per non denunciare, per non smascherare, per non affrontare con coraggio e forza qualsiasi abuso presente all’interno della nostra Chiesa”. Mons. Miranda ha concluso ricordando che la linea della Chiesa messicana è uscita confermata nei mesi scorsi dal vertice con tutte le Conferenze episcopali tenutosi in Vaticano e ha esortato i vescovi a “rafforzare i vincoli fraterni e a entrare in autentico discernimento comunitario”, per “affrontare insieme e nel reciproco sostegno questa sfida”.

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