Perù: vescovi chiedono dialogo sul progetto minerario Tía María, da anni causa di un aspro conflitto sociale

“Il dialogo è l’unica strada per dare soluzione alle controversie”. Lo scrive in una nota diffusa nella mattinata di oggi (ora locale) la presidenza della Conferenza episcopale peruviana, a proposito del conflitto sociale sul progetto minerario chiamato Tía María, nato per sfruttare un grande giacimento di rame nel sud del Paese, nella regione di Arequipa. Fin dal 2015, quando l’allora presidente Hollanta Humala diede il primo via libera al progetto presentato dalla Southern Copper Corporation, la questione Tía María ha suscitato un aspro dibattito e proteste della popolazione locale, proseguite anche nelle ultime settimane, dopo che la società, pur annunciando di non voler procedere senza prima avviare un dialogo con la popolazione locale, ha confermato il suo interesse al progetto e si attende la licenza per la costruzione degli impianti.
La presidenza della Cep, nella nota, “manifesta la sua preoccupazione” di fronte al possibile aumento della tensione sociale ed esprime la speranza “che un opportuno dialogo possa evitare un nuovo conflitto sociale”. In questo contesto, prosegue il comunicato, “vediamo con piacere i pronunciamenti dell’Assemblea nazionale dei governi regionali e di altri settori sociali, i quali hanno chiesto che prevalga il dialogo in Tía María, prima che si sviluppi qualsiasi azione legata al progetto minerario. Il dialogo è sempre lo strumento migliore per raggiungere e garantire la pace sociale, con onestà, equità e giustizi”.
Perciò, concludono i vescovi, “chiediamo a tutti gli attori coinvolti in questa controversia di stabilire meccanismi di dialogo che permettano di superare qualsiasi differenza o interesse personale per cercare sempre il bene comune, il bene del Perù”.

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