Pace: card. Bassetti, “la Chiesa italiana è mediterranea” e “ha deciso di non unirsi al coro dei profeti di sventura”

“La Chiesa ha deciso di non unirsi al coro dei profeti di sventura ma sa riconoscere in sé stessa e fuori da sé i germi che qualcosa di nuovo può e deve nascere anche nell’area mediterranea. La Chiesa italiana, che è mediterranea, ringrazia il Vincitore della morte per la testimonianza dei tanti martiri mediterranei e ne accoglie la profezia come trionfo dell’amore sull’odio, del dialogo sul fondamentalismo, della giustizia sull’iniquità”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nella lectio magistralis sul tema “Come l’antica Aquileia, la Chiesa italiana a servizio della pace e della testimonianza evangelica” nella Sala Romana di Piazza Capitolo. Per il cardinale, “la Chiesa italiana si stringe attorno a Papa Francesco e lo ringrazia per il suo magistero profetico e per il suo ecumenismo dei fatti. Per questo motivo, abbiamo deciso di offrire il nostro contributo chiedendo ai capi delle Chiese cattoliche e ai presidenti delle Conferenze episcopali del Mediterraneo di riunirsi a Bari, nel febbraio del prossimo anno, come responsabili della comunione di Chiese che vivono nella regione per vedere insieme, fraternamente, cosa il Signore chiede alle Chiese del Mediterraneo oggi”. Si tratta di “una scelta davvero provvidenziale perché la comunione delle Chiese mediterranee può – a differenza di altre istituzioni – sviluppare quello sguardo complessivo e organico che manca sul contesto mediterraneo e – sul versante spirituale ed ecclesiale – può donare al resto delle Chiese, grazie alla pluralità delle tradizioni liturgiche, spirituali ed ecclesiologiche, una testimonianza sinodale davvero unica e preziosa”. “Una testimonianza sinodale che, ascoltando la voce delle chiese mediorientali e nord-africane che vivono in prima persona delle situazioni drammatiche, possa fornire un importante contributo ad una lettura realistica della situazione sociale – ha concluso – e sviluppare delle proposte concrete che tengono conto del punto di vista delle periferie e della luce della misericordia del Signore”.

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