Ambiente: Potocnik (Onu), “economia circolare dovrebbe essere vista come un processo per mantenere le risorse”

Nel mondo sono 800 milioni le persone che soffrono la fame, mentre si butta un terzo del cibo. Il 60% degli ecosistemi sono già degradati, così come abbiamo perso il 60% delle biodiversità. Un milione di bottiglie di plastica vine acquistato al minuto e solo il 9% viene riciclato. Sono solo alcuni dati emersi nella relazione di Janez Potocnik, co-chair del panel delle Nazioni Unite sullo sviluppo internazionale delle risorse, durante la Conferenza internazionale in Vaticano. “Nel nostro panel cerchiamo di costruire un ponte fra le attività economiche e le conseguenze sul clima e la biodiversità”. Cosa c’è di sbagliato nella nostra economia? “Abbiamo privatizzato gli utili e aumentato i costi – ha risposto Potocnik -. I costi considerati aggiuntivi sono già esistenti: sono pagati dal sistema sanitario oppure dalle generazioni future. Una delle nostre conclusioni è che esistono dei compromessi. Se vogliamo eliminare la fame dobbiamo cambiare il modello finanziario. Se vogliamo affrontare la perdita della risorsa idrica, dobbiamo affrontare il modo in cui produciamo il cibo”. “L’economia circolare dovrebbe essere vista come un processo per mantenere le risorse nella fase di produzione e di consumo più a lungo possibile. Non è un nuovo concetto perché la natura stessa è organizzata sulla base della economia circolare. Le aziende hanno bisogno di regolamentazione per capire cosa fare. La sfida è cooperazione. Tutti devono essere coinvolti. Dico a tutti: non aspettate la leadership ma agite”.

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