Morte card. Sgreccia: Colombo (Univ. Cattolica), “ci mancherà la nettezza del suo giudizio di ragione e di fede su ogni atto che coinvolge la vita della persona umana”

“La morte del cardinale Elio Sgreccia ci lascia attoniti e addolorati per l’assenza visibile di un maestro, di un padre e di un fratello nella storia della vita di ognuno di noi che abbiamo avuto la grazia di sperimentare la lucidità e la forza ragionevole del suo insegnamento, l’attenzione tenera e personale verso ogni allievo e collaboratore e la capacità di condividere nella semplicità fraterna della fede il cammino quotidiano, familiare di quanti hanno lavorato e lottato con lui per la difesa e la promozione della vita umana, della vita di ogni donna e uomo dal suo concepimento alla termine dell’esistenza terrena”, così Roberto Colombo, docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita, nel ricordo del card. Elio Sgreccia, scomparso oggi a 91 anni.
“Ci mancherà la nettezza del suo giudizio di ragione e di fede su ogni atto che coinvolge la vita della persona umana, in particolare quella più fragile e indifesa, come quella non ancora nata o allo stremo delle sue forze nella malattia e in prossimità della morte”, prosegue Colombo. “Ci mancherà la sua grande capacità di coinvolgere persone, organizzazioni e istituzioni per una ‘alleanza per la vita’ che non conosce confini di età, cultura, religione e schieramenti politici nazionali e internazionali. Ci mancherà il suo coraggio evangelico di dire ‘sì, sì; no, no’ di fronte agli interventi delle biotecnologie e della medicina che violano il diritto alla vita e la dignità di ogni essere umano, dal microscopico embrione al feto nel grembo materno e al bambino malato, dal paziente inguaribile a chi è giunto nella fase terminale dell’esistenza. Ci mancherà la sua incrollabile speranza nel presente e nel futuro della Chiesa e della società, in particolare nei giovani medici e ricercatori, chiamati a costruire una ‘nuova civiltà della vita e dell’amore’. Ci mancherà la testimonianza di un amore e di una obbedienza incondizionata alla Chiesa e al Suo Magistero”.
Ma, sottolinea Colombo, “non verrà meno il suo insegnamento organico e robusto, non andranno perdute le sue valutazioni puntuali e realistiche sugli atti medici e della ricerca biologica sull’uomo, non svanirà la sua forte capacità di un giudizio etico su ciò che rispetta e promuove la persona umana e su quello che la umilia, la attacca e la svilisce”.
E conclude: “L’attualità di quanto ha detto e fatto nella sua vita il cardinale Sgreccia – che i discepoli e amici hanno continuato a chiamare con rispetto, ammirazione e stima grande, semplicemente ‘don Elio’ – si mostra ogni giorno feconda di ulteriori approfondimenti nel solco da lui tracciato, in modo particolare in un tempo, il nostro, dove la confusione del giudizio e la mancanza di realismo critico nei confronti della azioni compiute sulla vita umana mostrano tutta la loro fragilità e inconsistenza.
Affidiamo alle braccia del Padre della vita e della misericordia il nostro maestro, padre e fratello cardinale Elio”.

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