Diocesi: Rossano-Cariati, consegnata a Mattarella una copia facsimile del Codex Purpureus Rossanensis

(Foto: Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Si è svolta martedì 4 giugno nello studio privato del presidente della Repubblica al palazzo del Quirinale, la cerimonia di consegna della copia facsimile del Codex Purpureus Rossanensis, realizzata e contrassegnata ad personam, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Codex Purpureus Rossanensis è un’opera bizantina del VI secolo dopo Cristo in pergamena, di 188 fogli di pergamena scritti in caratteri in oro e argento. Per la sua consistenza, pur se mancante di molte pagine, il Rossanensis è il più prezioso fra i codici onciali (scritti in caratteri greci maiuscoli) dell’antichità. Ma soprattutto è l’unico codice rilegato, i codici analoghi sono ormai solo fogli sciolti. Esso contiene l’intero Vangelo di Matteo, parte del Vangelo di Marco, mentre sono interamente perduti i Vangeli di Luca e Giovanni, e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli. Da sempre è custodito nella diocesi di Rossano-Cariati e dal 1952 è esposto nel Museo diocesano e del Codex. Il presidente Mattarella ha espresso “particolare apprezzamento per il Codex Purpureus Rossanensis definendolo un vero gioiello di straordinaria bellezza, le cui pagine sono, tutte, un capolavoro. Il Capo dello Stato ha poi ringraziato l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano. “Il prezioso evangeliario, giunto dai primi secoli del cristianesimo, è testimonianza forte della centralità dell’incarnazione del Cristo, per la storia di quel tempo – ha detto mons. Satriano -. Anche oggi, intorno ad esso, andiamo realizzando, come piccola Chiesa locale, un autentico percorso d’incarnazione nei confronti di quelle fatiche e speranze che vive la nostra gente. La valorizzazione del Codex ci sta aiutando in un significativo percorso di umanizzazione, consapevoli dell’essere ambasciatori di storia millenaria e di religiosità viva che hanno attestato il nostro popolo nella capacità di essere accogliente e inclusivo”.

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