Sea Watch 3: Acli, “salvare vite umane non è reato”

Le Acli esprimono il loro sostegno e la loro solidarietà alla capitana Carola, “lasciata sola di fronte al proprio senso di responsabilità nel prendere una decisione che riguardava vite umane”. Lo segnalano in un comunicato sulla vicenda dell’ingresso della Sea Watch nel porto di Lampedusa. “Il valore della sua disobbedienza civile ci ricorda che le leggi non devono mai scavalcare l’umanità. Con il suo arresto Carola ha riscattato migliaia di migranti che cercano di raggiungere l’Europa nella speranza di un futuro migliore e invece spesso finiscono prigionieri nelle carceri libiche o muoiono nel Mediterraneo”, continua la nota. Le Acli evidenziano inoltre che “il nostro Paese, che è la porta d’Europa, non può far finta di non vedere ciò che succede oltre i propri confini”. “La Libia non è un porto sicuro e per questo motivo è giustificato il gesto della capitana della Sea Weatch che ha deciso di rivolgersi all’Italia piuttosto che portare i naufraghi nei lager libici”. Dalle Acli, infine, al governo italiano e ai governi europei l’invito ad “aprire corridoi umanitari e passaggi sicuri che impediscano che per salvare delle vite umane si debba infrangere la legge”.

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