Cile: prosegue emergenza migratoria alla frontiera nord. Campagna della Caritas per raccogliere fondi

Prosegue l’emergenza umanitaria alla frontiera settentrionale cilena, dove numerosi venezuelani attendono di entrare nel Paese provenienti dal Perù e sono bloccati in seguito alla decisione del Governo di richiedere il visto umanitario per poter superare la frontiera di Chacalluta-Santa Rosa. Grazie all’intervento della diocesi di Sam Marcos de Arica, nei giorni scorsi sono state fatte passare le famiglie con minori, ma la situazione resta delicata anche da punto di vista medico ed è acutizzata dalle condizioni meteorologiche del deserto del Cile settentrionale, dove, all’inizio dell’inverno, c’è una grande escursione termica tra giorno e notte. Ieri in un comunicato la Caritas cilena ha lanciato una campagna per una raccolta fondi de destinare all’emergenza, in collaborazione con la diocesi di Arica. Servono soprattutto, acqua, alimenti, prodotti di igiene personale, che verranno direttamente acquistati con i proventi della raccolta. In un intervento pubblicato sul sito della Conferenza episcopale cilena, il vicario generale di San Marcos de Arica, padre Mauricio Cáceres Tapia, definisce “non sufficiente” l’attenzione medica e umanitaria prestata dal Governo e mette invece in evidenza l’opera umanitaria della Chiesa diocesana, in collaborazione con l’Incami (l’Istituto cattolico cileno per le migrazioni), il Servizio gesuita al migrante, l’Istituto nazionale per i diritti umani, la Fondazione Scalabrini, World Visión, l’Unhcr, i consolati e le associazioni di migranti. Secondo il vicario generale. “la situazione dei migranti che oggi si trovano alla frontiera cilena non si risolve senza dubbio permettendo o vietando il loro ingresso a Chacalluta. Questo è solo il primo passo di un processo complesso, che chiede accompagnamento e solidarietà”.

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