Aree interne: mons. Accrocca (Benevento), “un serio progetto avrebbe ricadute anche economiche positive”

“L’iniziativa d’indire un Forum degli amministratori campani nasce dal rifiuto di aderire alla rassegnazione, all’idea che ormai i giochi siano stati fatti e che l’unica possibilità rimastaci sia quella d’insistere in una sorta di accanimento terapeutico per ritardare, quanto più possibile, la morte dei nostri territori. È necessario, però, agire non in maniera disorganica o, ancor peggio, scomposta, ma in base a una progettualità profetica, con ‘un progetto strategico di lunga gittata che miri a privilegiare l’interesse comune, il quale solo può consentire il benessere di tutti, singole persone come enti locali’”. Lo ha detto, stasera, mons. Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento, aprendo i lavori del I Forum degli amministratori campani “Consapevolezza, start up e dialogo tra i territori”, promosso dai vescovi della metropolia di Benevento a partire dal documento “Mezzanotte del Mezzogiorno?”, sottoscritto dagli stessi presuli.
Dopo aver precisato che “non spetta” ai vescovi “formulare progetti di chiara valenza politica” o “i programmi”, mons. Accrocca ha chiarito l’intento che è quello di “proporre un metodo che, così in politica come in economia, tenga fermo il primato della comunione. E il metodo è quello del camminare insieme, di ‘fare rete, quindi, gioco di squadra, programmando insieme una politica di sviluppo’”.
Per il vescovo, “un serio progetto per le aree interne avrebbe ricadute positive, non da ultimo sul piano economico, per tutta la Nazione. In un contesto più a misura d’uomo, in cui i rapporti umani sono più forti e stabili che non nei grandi raggruppamenti urbani o – peggio ancora – nelle aree metropolitane, risulta infatti più facile allacciare quei legami di solidarietà che in altri contesti è invece lo Stato a dover garantire – peraltro, non sempre in maniera efficiente o efficace – con un grosso dispendio economico”.
Un ulteriore elemento di riflessione mons. Accrocca lo ha tratto da un colloquio con un sindaco del territorio dell’arcidiocesi beneventana, il quale gli “suggerì l’idea che in fondo molte cose potrebbero cambiare se il criterio del numero della popolazione non fosse l’unico in base al quale assegnare le risorse. È facile infatti comprendere che, a partire da questo dato di fatto, le nostre Provincie, povere di popolazione, risultano inevitabilmente per essere anche povere di risorse”. E tuttavia, a fronte di questa carenza di fondi, ha evidenziato mons. Accrocca, “esse pur debbono provvedere a un territorio vasto, in gran parte collinare o montano, nel quale le comunicazioni risultano assai più difficili e quindi più dispendiose”. Di qui la proposta: “Perché non tener conto, quando si assegnano le risorse, anche della porzione e della tipologia di territorio a cui una determinata amministrazione deve provvedere?”.

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