Giornata ringraziamento: messaggio Cei, “il lavoro degli esseri umani si radica in tante colture e culture diverse”

“Per tanti popoli il pane non è solo un cibo come tanti altri, ma elemento fondamentale, che spesso è base per una buona vita. Quando manca, invece, è la vita stessa ad essere a repentaglio e ci si trova esposti ad un’insicurezza che alimenta tensioni sociali e conflitti laceranti. Il pane diventa anche simbolo della vita stessa e delle sue relazioni fondamentali, che chiedono lode e responsabilità. Per questo la manna è chiamata ‘il pane dal cielo’ e viene indicata tra i segni della presenza di Dio, che sosteneva la vita del popolo di Israele nel deserto ( Sal 105,40)”. Lo scrive la Conferenza episcopale italiana (Cei) nel Messaggio, dal titolo “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita”, per la 69ª Giornata nazionale del Ringraziamento che si celebrerà il prossimo 10 novembre. “Il profumo di pane evoca nella vita quotidiana un gusto di cose essenziali, saporite; per molti ricorda un contesto familiare di condivisione e di affetto, un legame alla terra madre – si legge nel messaggio diffuso oggi -. Non a caso, quando il Salmo 104 ringrazia il Creatore per i doni che vivificano l’essere umano ed il creato, è proprio nel pane che tale lode ha un punto culminante: ‘Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra, vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto, e pane che sostiene il suo cuore’ ( Sal 104,14-15)”. “Nel pane si illumina, dunque – precisa la Cei -, la realtà benedetta con cui ha a che fare l’opera preziosa di chi lavora la terra. Scopriamo così che anche in tale ambito l’unico dono di vita del Creatore dà luogo ad una varietà di forme: tra le cose belle che esprimono la cultura di un territorio c’è la varietà dei campi e il mutare dei colori secondo le stagioni, oltre alla tipicità del modo di panificare. Davvero il lavoro degli esseri umani si radica in tante colture e culture diverse e lo testimonia la varietà dei grani tradizionali che stiamo riscoprendo: anch’essa contribuisce a quelle forme e quei sapori del pane, che anche nel nostro paese partecipano alla bellezza dei territori. I nostri campi accolgono il dono a partire dal seme e dai campi di grano, per coltivarlo e trasformarlo con un lavoro che non è soltanto la risposta a una necessità umana, ma anche condivisione della cura del Creato”.

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