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Consiglio europeo: nessun accordo sulle euronomine. Summit straordinario il 30 giugno. Juncker, “difficile trovarmi un sostituto”

(dall’inviato a Bruxelles) “Ho notato, con divertimento e anche un certo piacere, che è difficile trovarmi un sostituto”: Jean-Claude Juncker, presidente uscente della Commissione europea (il mandato scade il 31 ottobre), scherza con i giornalisti. Il Consiglio europeo, convocato per il 20-21 giugno a Bruxelles, avrebbe dovuto trovare una soluzione per i top job comunitari: i presidenti di Commissione, Consiglio, Banca centrale e Alto rappresentante per la politica estera (nella partita entrerebbe, seppur nell’autonomia dell’Europarlamento, anche il presidente dell’Assemblea di Strasburgo). Ma a notte fonda il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk (nella foto assieme a Juncker), anch’egli prossimo alla scadenza del mandato, ha comunicato che i 28 non hanno raggiunto alcun accordo. “There was no majority on any candidate”, scandisce incontrando a notte inoltrata la stampa internazionale. Aggiunge: “Ci incontreremo di nuovo il 30 giugno. Nel frattempo proseguirò le consultazioni anche con il Parlamento europeo”. Oltre alle nomine, il Consiglio europeo “ha affrontato una serie di questioni, compreso il bilancio a lungo termine dell’Ue, adottando l’agenda strategica e confermando le sanzioni economiche contro la Russia per altri sei mesi, a causa della mancata attuazione degli accordi di Minsk”. Tusk spiega poi che il Consiglio non è riuscito a raggiungere una posizione univoca sulla “neutralità climatica”, ovvero le emissioni zero, entro il 2050. L’opposizione della Polonia, dipendente dal carbone, della Repubblica Ceca e dell’Ungheria non ha permesso il voto unanime dei 28.

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