“Un testimone, per certi versi anticipatore, così come tanti altri più o meno conosciuti che hanno salvato numerosi o soltanto alcuni fratelli ebrei” e che mostra “come la Chiesa deplora gli odi, le persecuzioni, e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli ebrei ogni tempo da chiunque”: ha citato la dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”, il vescovo di Tivoli e Palestrina, mons. Mauro Parmeggiani, per ricordare la figura di don Igino Roscetti, parroco di Subiaco, che negli anni tra il 1943 e 1947 si prodigò per salvare uomini e donne ebrei dai nazifascisti. La figura del sacerdote è stata rievocata ieri sera a Subiaco (Roma), nel corso di un incontro organizzato dalla Comunità ebraica di Roma in collaborazione con il comune locale. Presenti, oltre alle autorità cittadine e al vescovo diocesano, il rabbino capo di Roma, rav. Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, Silvia Haia Antonucci, responsabile dell’Archivio storico della Comunità ebraica di Roma “Giancarlo Spizzichino”, Sandra Perugia, salvata da don Roscetti, Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Beni culturali della Comunità ebraica di Roma e il giornalista Fabrizio Lollobrigida che ha rimesso in ordine alcuni appunti manoscritti in cui don Roscetti racconta come la Comunità sublacense si pose a difesa delle famiglie ebraiche perseguitate. “L’incontro – ha detto mons. Parmeggiani – vuole essere non solo una rievocazione storica dei meriti di don Roscetti ma anche un ulteriore contributo al consolidamento dei buoni rapporti tra la comunità cristiana e quella ebraica sulla base di quel vincolo  e di quel comune patrimonio spirituale esistente”. Don Roscetti, ha aggiunto il vescovo di Tivoli e Palestrina, “ha creduto come la vita sia da rispettare e salvare sempre, come ogni uomo e donna a qualunque popolo appartenga è accetto a Dio e quindi occorre fare di tutto per salvarlo anche dando la vita per lui”.