Consiglio europeo: Tajani sulla procedura d’infrazione, “il problema sono i conti pubblici italiani”

(dall’inviato a Bruxelles) “Da come si stanno mettendo le cose, e in assenza di novità, pare molto difficile che si possa evitare” la procedura d’infrazione. “Ma il problema non sono le relazioni” tra Roma e Bruxelles”, ma “la situazione dei conti pubblici italiani”. Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, ha appena concluso il suo discorso davanti ai 28 capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo. Intrattenendosi con i giornalisti commenta anche la questione della procedura d’infrazione che l’Italia rischia per debito eccessivo, e della quale si discute, seppur informalmente, anche qui al vertice. “Noi abbiamo un debito pubblico incredibile. Ogni cittadino italiano – spiega Tajani – è indebitato per 40mila euro. Un bambino che nasce in questo momento ha quindi sulle proprie spalle un debito per 40mila euro. Se non si affronta in maniera drastica questo problema la situazione peggiorerà”.
Nel suo intervento al Consiglio europeo, Tajani ha nuovamente difeso la procedura degli spitzenkandidaten per la nomina del presidente della Commissione: a suo avviso, dunque, il successore di Juncker dovrebbe essere il popolare tedesco Mandred Weber, anche se i gruppi liberale e socialdemocratico all’Eurocamera affermano che non lo sosterranno. Questa procedura degli spitzenkandidaten, afferma Tajani, “non è scritta nei trattati, ma è una scelta politica” e “non è un capriccio” del Parlamento europeo “bensì una questione di democrazia e trasparenza”, in quanto i cittadini il 23-26 maggio hanno votato i partiti che avevano indicato il proprio “candidato di punta” per la carica di presidente della Commissione. Il Ppe, partito di Weber, è risultato il più votato in Europa e quindi, chiarisce Tajani, secondo tale procedura Weber dovrebbe essere il prossimo capo della Commissione.

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