Rappresentanti pontifici: card. Parolin, azione della Chiesa “favorita” o “contrastata”, “credenziali” sono “amore per Cristo e la sua Chiesa” e per i poveri

“Possono mutare le condizioni in cui ci troviamo: favorevoli in alcune nazioni o avverse in altre. L’azione della Chiesa potrà essere favorita in qualche parte, oppure fortemente contrastata in altre. Ma niente e nessuno potrà impedirci di amare”. Lo ha detto il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nell’omelia della Messa celebrata nella basilica di San Pietro all’apertura della riunione dei rappresentanti pontifici, fino al 15 giugno. Ai presenti, il cardinale ha raccomandato “un amore appassionato per Cristo e per la sua Chiesa, un amore generoso per gli uomini, per le popolazioni presso cui siamo inviati e, soprattutto, per i poveri”. “Ogni ministero nella Chiesa, compreso quello della rappresentanza pontificia, non gode di una gloria propria, ma deve riflettere unicamente quella della Nuova Alleanza in Cristo”, il monito del porporato: “Il nostro ministero è altissimo, rivestito anch’esso di gloria divina, ma la nostra persona di ministri rimane segnata dalla povertà e dal limite. Si può essere rappresentanti pontifici solo nella stima del compito affidato e, contemporaneamente, nell’umiltà sincera circa la propria persona”. “Non solo deve rendersi presente in noi lo stile pastorale del Santo Padre, che rappresentiamo e negli Stati presso i quali siamo accreditati, ma il nostro cuore di pastori e di vescovi deve immedesimarsi sempre più con il Vangelo stesso e con la Nuova Alleanza di Gesù”, la raccomandazione finale: “Questo farà di noi uomini di grande fede, di umiltà autentica, di amore appassionato per il Signore e per gli uomini e di dedizione incondizionata per la Chiesa, sposa di Cristo. Saranno queste le credenziali più belle che renderanno ‘glorioso’ il vostro ministero!”.

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