Giovane ucciso ad Avola: mons. Staglianò (Noto), “combattiamo il male, anzitutto in noi stessi e poi negli altri”. “Assoluta contraddizione” tra violenza e fede religiosa

“A partire da questo caso terribile di omicidio, come vostro vescovo, chiedo a tutti i presbiteri della diocesi di avviare in ogni parrocchia, insieme al santo popolo di Dio, una meditazione profonda e un discernimento comunitario sul Documento dei vescovi siciliani ‘Convertitevi’ allo scopo di trovare in questa Lettera quanto occorre per meglio chiarire, nei percorsi educativi della catechesi e della pastorale ordinaria, l’assoluta contraddizione tra l’appartenenza alla Chiesa e l’appartenenza ad associazioni mafiose o delinquenziali; come anche l’assoluta contraddizione tra la pratica della violenza e la pratica della fede religiosa”. Lo scrive mons. Antonio Staglianò, in un messaggio per l’omicidio del venticinquenne Andrea Pace, sparato stanotte ad Avola. Su questo, il suggerimento del vescovo, “si potrebbero valorizzare le ‘comunità di parrocchie’ con iniziative che di domenica in domenica portino la gente a ‘marciare’ per le strade, a denunciare ogni forma di male e ad essere vicini alle persone che soffrono ogni tipo di sopraffazione”. Così “le parrocchie diventerebbero missionarie e finalmente annuncerebbero il Vangelo di Gesù non solo con l’adorazione cultuale del rito dentro le Chiesa, ma con il coinvolgimento concreto in opere di amore, di vicinanza, di prossimità e di cura e di attenzione al dolore e alla sofferenza di molti. Incoraggio tutti a prendere l’iniziativa, senza aspettare che altri si impegnino prima”. Il presule invita a seguire “l’esempio del beato Pino Puglisi che iniziò a educare secondo il Vangelo, anche contrastato da alcuni suoi confratelli (a quanto mi risulta)”.
“Oltre il cattolicesimo convenzionale – che si costruisce purtroppo nella schizofrenia tra fede (anche celebrata) e vita vissuta nell’ordinarietà delle relazioni umane -, il cristianesimo cattolico possa risplendere come via autentica di vera umanità, dove la fraternità, la cura dell’altro, l’amore, il perdono vincano sull’odio, sulla vendetta, sulla volontà di dominio; dove la solidarietà, che diventa condivisione, vinca sulla frenesia di mercificare gli altri e di ucciderli pur di guadagnare soldi”, l’auspicio di mons. Staglianò, che conclude: “Non cediamo dunque alla rassegnazione e all’inerzia o anche alla paura. Impegniamoci con coraggio anche nei grovigli più ardui dell’esistenza umana. Combattiamo il male, anzitutto in noi stessi e poi negli altri, sempre confidando nella premurosa e misericordiosa vicinanza di Dio alla nostra vita. Questo lo dobbiamo ai bambini, ai giovani, alle nuove generazioni”.

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