Ambiente: 70 Comuni italiani sostengono le coltivazioni biologiche. A Roma un incontro chiede l’adozione di tecniche bio per il verde pubblico

In Italia ci sono quasi 70 Amministrazioni comunali che hanno regolamentato sul loro territorio l’uso di pesticidi con l’obiettivo di ampliare le coltivazioni biologiche. È quanto emerso oggi da “Liberi dai pesticidi: l’Italia comincia dai Comuni” un incontro organizzato a Roma da Cambia la Terra, la campagna voluta da FederBio con Legambiente, Lipu, Isde – Medici per l’ambiente e Wwf. Nel corso del seminario sono state illustrate diverse esperienze di comunità locali – si legge in una nota –, “che si sono attivate per salvaguardare la salute dei cittadini e dell’ambiente partendo dai regolamenti cittadini: divieto di pesticidi nei giardini pubblici, sulle alberature e le aiuole, soprattutto nei parchi giochi e nelle scuole. Ma anche aiuto concreto a chi, nelle aree agricole periurbane, vuole coltivare senza ricorrere alla chimica di sintesi”.
Fra gli esempi quello del Comune di Vallarsa, dove chi non coltiva bio deve attivare una polizza assicurativa per il risarcimento di spese e danni prodotti dall’inquinamento causato dalla sua attività. Mentre a Carmignano è stato vietato l’uso del glifosato su tutto il territorio comunale e approvato un regolamento che vieta pesticidi sul verde urbano. E ancora Melpignano, dove il Comune concede terreni ai giovani e ai disoccupati a patto che coltivino biologico, e piantino almeno una specie tradizionale. Infine, Tollo, dove i coltivatori bio danneggiati dalla dispersione accidentale di pesticidi da campi vicini hanno diritto a un indennizzo.
L’incontro è stato organizzato in coincidenza con una delle tappe per la realizzazione del prossimo Piano di azione per l’uso sostenibile dei pesticidi (Pan). Fra le richieste emerse: l’aumento delle superfici coltivate ad agricoltura biologica, l’eliminazione dei pesticidi dannosi per le specie protette nelle aree tutelate in base alle direttive Ue, l’uso più ampio di tecniche bio per la gestione del verde pubblico e privato in città, un maggiore controllo della dispersione di fitofarmaci a seguito dei trattamenti dei campi, il rispetto delle distanze di sicurezza tra case e campi dove si usa chimica di sintesi così come tra coltivazioni biologiche e non per evitare contaminazioni accidentali.

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