Strutture sanitarie cattoliche: card. Bassetti, “pastorale salute si faccia carico fragilità territorio”. “Accompagnare con com-passione nel fine vita”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La sanità oggi è profondamente cambiata: le strutture ospedaliere sono per lo più destinate all’assistenza alle forme acute della malattia, mentre le cronicità e le fasi ultime della vita sono ricondotte all’ambito familiare. Così come il progressivo  invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento di malattie croniche fanno sì che i costi della sanità siano destinati ad aumentare. Molte persone si trovano a dover affrontare sofferenza e malattia senza alcun sostegno” mentre “mancano servizi sanitari territoriali adeguati, servizi domiciliari, sistemi di accompagnamento anche economico”. È la fotografia scattata dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia–Città della Pieve e presidente della Cei, intervenuto alla Giornata di studio su identità e ruolo delle strutture sanitarie cattoliche in Italia, promossa dall’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei presso la Pontificia Università Lateranense. Ecco perché, avverte il porporato, “la pastorale della salute dovrà essere sempre più capace di farsi carico di queste fragilità. Per una comunità cristiana solidale e sanante occorre attivare nelle nostre parrocchie le migliori risorse: ministri straordinari della comunione, volontari e associazionismo cattolico per costruire una rete di vicinanza, accoglienza e sostegno a malati e anziani soli. Dobbiamo sapere dove vivono nei nostri quartieri e andarli a trovare. Nessuno deve più sentirsi solo e abbandonato”. Di qui il ricordo delle sue visite all’hospice di Perugia e la sottolineatura dell’importanza di accompagnare le persone nel fine vita. “Quanto è importante l’accompagnamento, che uno si possa sentire assistito e persona fino in fondo”. Quindi la “com-passione” come “vera risposta alla sofferenza umana”. Per questo, avverte il card. Bassetti, “non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a una sanità ridotta a contratto, a un mondo nuovo dove la diagnosi viene fatta da un algoritmo e comunicata da un robot. Non possiamo e non dobbiamo voltarci dall’altra parte rispetto alla scarsità delle risorse”. “Nel ricercare modelli gestionali sostenibili, nel perseguire una gestione sempre più attenta e trasparente – il monito conclusivo -, non possiamo però dimenticarci dei nostri  valori fondanti”.

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