Papa in Romania: incontro giovani e famiglie, Iasi “capitale della gioventù”. “Da qui possono partire ancora nuove vie del futuro verso l’Europa”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Questa città, durante quest’anno, è la capitale nazionale della gioventù”. Lo ha ricordato il Papa, al termine del suo discorso rivolto alle famiglie e ai giovani, secondo e ultimo appuntamento pubblico della seconda giornata del viaggio in Romania. “Una città che storicamente sa aprire e iniziare processi; una città che sa ospitare giovani provenienti da varie parti del mondo come attualmente”: così Francesco ha definito Iasi, esortando le migliaia di persone presenti ad “aprire strade per camminare insieme e portare avanti quel sogno dei nonni che è profezia: senza amore e senza Dio nessun uomo può vivere sulla terra”. “Da qui oggi possono partire ancora nuove vie del futuro verso l’Europa e verso tanti altri luoghi del mondo”, l’appello del Santo Padre: “Giovani, voi siete pellegrini del secolo XXI, capaci di nuova immaginazione dei legami che ci uniscono. Ma non si tratta di creare grandi programmi o progetti, ma di lasciar crescere la fede, di lasciare che le radici portino il succo”, e la fede “non si trasmette solo con le parole, ma con gesti, sguardi, carezze come quelle delle nostre madri, delle nostre nonne; con il sapore delle cose che abbiamo imparato in casa, in maniera semplice e genuina”. “Lì dove c’è molto rumore, che sappiamo ascoltare”, la consegna: “Dove c’è confusione, che ispiriamo armonia; dove tutto si riveste di ambiguità, che possiamo portare chiarezza; dove c’è esclusione, che portiamo condivisione; in mezzo al sensazionalismo, ai messaggi e alla notizie rapide, che abbiamo cura dell’integrità degli altri; in mezzo all’aggressività, che diamo la precedenza alla pace; in mezzo alla falsità, che portiamo la verità; che in tutto, in tutto privilegiamo l’aprire strade per sentire questa appartenenza di figli e di fratelli”. “Quest’ultima cosa che ho detto ha la musica di San Francesco d’Assisi”, ha proseguito il Papa a braccio: “Voi sapete cosa consigliava ai suoi frati per trasmettere la fede? Diceva così: ‘Andate, predicate il Vangelo, e se fosse necessario anche con le parole'”. Poi Francesco, ancora a braccio, ha raccontato una cosa che gli è successa all’arrivo in piazza: “C’era una donna anziana, una nonna, e nelle braccia aveva il nipote più o meno di due mesi, non di più. Quando sono passato, me l’ha fatto vedere: sorrideva, e sorrideva con un sorriso di complicità, come dicendomi: ‘Guardi, adesso io posso sognare!’. In quel momento mi sono emozionato, e non ho avuto il coraggio di andare e portarla qui avanti, e per questo lo racconto. I nonni sognano quando i nipoti vanno avanti, e i nipoti hanno coraggio quando prendono le radici dai nonni”. Infine, l’Atto di affidamento a Maria della Romania, “giardino della Madre di Dio”- come l’ha definita 20 anni fa Giovanni Paolo II: “A lei consacriamo l’avvenire dei giovani, delle famiglie e della Chiesa”.
Prima di raggiungere Iasi, il Papa ha salutato un gruppo di persone con disabilità e alcuni membri del Comitato organizzatore. Una volta atterrato a Iasi, ha raggiunto in auto la cattedrale di Santa Maria Regina, per raccogliersi in preghiera e deporre una candela davanti alle reliquie del Beato Martire Anton Durcovici. Prima di salire sulla papamobile diretto al piazzale del Palazzo della Cultura, Francesco ha benedetto in silenzio una statua di marmo di Cristo Redentore e una pietra che segnala il Cammino di Santiago di Compostela in Romania.

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