Economia: Tria risponde alla Commissione Ue. No aumento Iva, risparmi con tagli al welfare. Mef smentisce anticipazioni

Nessun aumento dell’Iva, tagli allo “stato sociale” nell’arco di tre anni, introduzione della flat tax purché non crei deficit. Il ministro dell’economia, Giovanni Tria, ha steso la lettera di risposta alla missiva inviata due giorni fa al governo italiano dalla Commissione europea, che chiedeva chiarimenti sulla sostenibilità dei conti pubblici italiani. Tria tende a rassicurare Bruxelles anche mettendo in forse le spese per reddito di cittadinanza e pensioni quota 100. “Il Governo – scrive Tria – sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022″. Poco oltre: “il programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3 per cento del Prodotto interno lordo, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020”. Ma, spiega il ministro, i “partiti politici hanno espresso riserve circa il previsto aumento dell’Iva”, così è stato identificato “un ventaglio di misure alternative onde garantire il miglioramento strutturale” dei conti. Tria parla poi di “ulteriori misure per semplificare il sistema fiscale e migliorare la fedeltà fiscale” e la lotta all’evasione. Appena circolata la notizia della lettera, dal vicepremier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, è però giunto un messaggio antitetico: “La lettera preparata dal ministro Tria con la Lega? Il M5S non ne sa nulla, non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali né il reddito né quota 100”. Allo stesso tempo dal Mef (ministero dell’economia) emergono smentite sulle anticipazioni. Chiarimenti attesi nelle prossime ore.

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