Siria: Aibi, emergenza umanitaria a Idlib, “popolazione ha bisogno di cibo”

Nuova strage di civili a Idlib nella giornata di ieri, 28 maggio. Altre 18 persone morte e numerosi i feriti intrappolati sotto le macerie a seguito dei bombardamenti su tutta l’area nord-ovest della Siria. I soccorsi sono ancora alla ricerca di sopravvissuti sotto le macerie. Tra le vittime anche donne e bambini. Lo riferisce Aibi (Amici dei Bambini), che nella zona coordina un progetto di sicurezza alimentare in collaborazione con il partner locale Kids Paradise. Il forno che garantisce pane a 30mila siriani, gestito da Aibi, non ha interrotto la produzione. “La situazione è critica – spiegano dall’Aibi – ma non abbiamo interrotto la produzione del nostro forno, la gente ha bisogno di cibo. Abbiamo già pianificato le distribuzioni di oggi e domani tra le famiglie dei campi sfollati di Abdel Rahman, Al Wadi, Big Hir Jamous, Harim, Salqin e Idlib. Il bisogno è tanto e stiamo cercando fondi per produrre più pane e distribuire ceste alimentari alle famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case”. Dall’inizio dell’offensiva governativa contro l’ultima roccaforte dei ribelli, Idlib, lo scorso 27 aprile, sono circa 230 i civili uccisi in un mese. Oltre 700 i feriti, anche molto gravemente, e più di 240mila gli sfollati solo nelle ultime settimane. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani nelle ultime 48 ore ci sarebbero stati più di 100 raid aerei e ben 93 bombe che hanno colpito tutta l’area di Idlib incluso strutture sanitarie e scuole. Nel nord ovest della Siria, afferma Aibi, “dove sono ammassati circa tre milioni di persone, si sta consumando l’ultima battaglia di una guerra che va avanti da 8 anni: bombe, morti, feriti e migliaia di sfollati, per lo più donne, bambini e anziani che non hanno né cibo, né acqua. È questa una delle peggiori crisi umanitarie dall’inizio della guerra, nel 2011, con la più pesante perdita di vite umane. Ci sono 240mila sfollati che hanno perso tutto e non hanno cibo”. Da qui l’appello di Aibi a sostenere la campagna “Non lasciamoli soli”.

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