Papa Francesco: intervista a Televisa, “chi costruisce muri diventa prigioniero dei muri che costruisce”

foto SIR/Marco Calvarese

Il muro di Trump tra Stati Uniti e Messico, i femminicidi, le migrazioni, il narcotraffico e gli abusi da parte del clero. Sono alcuni dei temi affrontati da Papa Francesco nell’intervista rilasciata alla tv messicana Televisa, pubblicata oggi nella versione originale spagnola su Vatican News in lingua spagnola. Alla domanda della giornalista Valentina Alazraki che gli chiede se visiterà il Messico il Papa risponde: “Per il momento devo andare da altre parti dove non sono stato. Però mi piacerebbe tornare in Messico, è indimenticabile il Messico”. A proposito del muro che divide il Messico dagli Stati Uniti, con i bambini spesso separati dai genitori, Papa Francesco ricorda che già il muro di Berlino “ci aveva provocato abbastanza grattacapi e sofferenza” e fa riferimento anche al muro di Ceuta e Melilla tra Marocco e Spagna, tutti provvedimenti “terribili” e “crudeli”. “Separare i figli dai genitori è contro il diritto naturale e questi cristiani… non possono essere così. È crudele. Si cade in una crudeltà più grande. Per difendere cosa? Il territorio o l’economia del Paese o che altro? Sono schemi di pensiero che si rivolgono al compito politico e fanno una politica di questo tipo? È molto triste”. Al presidente Trump il Papa direbbe “le stesse cose che ho già detto in pubblico: chi costruisce muri diventa prigioniero dei muri che costruisce. Invece chi costruisce ponti fraternizza, dà la mano, anche se resta dall’altra parte… E si può difendere il territorio perfettamente con un ponte, non necessariamente con un muro. Parlo di ponti politici, culturali”.

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