Diocesi: Bologna, a fine Ramadan momenti di scambio e incontro come Iftar pubblici nella zona Barca, in via Torleone e piazza Marzabotto

Nei giorni di conclusione del Ramadan l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Chiesa di Bologna desidera manifestare “la propria attenzione amica verso i fedeli musulmani e le diverse celebrazioni pubbliche degli Iftar per l’interruzione del digiuno”. “Il tempo del Ramadan, dedicato al digiuno, alla preghiera e all’elemosina, è anche un mese per rafforzare i legami spirituali che condividiamo nell’amicizia tra cristiani e musulmani – si legge in una nota -. Oggi le nostre tradizioni religiose ci invitano ‘a restare ancorati ai valori della pace; a sostenere i valori della reciproca conoscenza, della fratellanza umana e della convivenza comune; a ristabilire la saggezza, la giustizia e la carità’”, come si legge nel Documento sulla fratellanza umana, firmato ad Abu Dhabi, il 4 febbraio scorso. Con queste parole, co-firmate da Papa Francesco e dall’Imam di Al Azhar, l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Bologna si sintonizza in occasione degli ultimi dieci giorni della celebrazione del Ramadan. “In questo periodo in diversi luoghi e momenti si sono avuti momenti di scambio e incontro – precisa la nota -. Tra questi vanno ricordati gli Iftar pubblici che si stanno vivendo in diverse parti della città e della provincia. Ricordiamo, ad esempio, quello avvenuto presso la zona Barca e quelli prossimi di via Torleone a Bologna e in piazza a Marzabotto”.
“Come cristiani – spiega don Fabrizio Mandreoli, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso – in piena condivisione di intenti con il nostro vescovo Matteo Zuppi, crediamo che la condivisione sia la via per poter scoprire la profondità della fede di ciascuno e insieme prendiamo le distanze da ogni espressione – aggressiva, violenta o capziosa – che non ha a che fare con la fede. Seguendo la via indicata da Papa Francesco proseguiamo nel nostro cammino insieme per dare un contributo, come credenti di diverse tradizioni religiose, all’edificazione di un Paese migliore e più giusto”.

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