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Papa Francesco: udienza, “la preghiera deve essere insistente”, soprattutto nei “rapporti difficili” con i fratelli

foto SIR/Marco Calvarese

“La preghiera deve essere insistente, e soprattutto deve portare il ricordo dei fratelli, specialmente quando viviamo rapporti difficili con loro”. È la raccomandazione del Papa, che ha concluso oggi il ciclo di catechesi sul Padre Nostro esortando a “riconoscere” in alcune “espressioni” di Gesù l’assonanza con la preghiera cristiana per eccellenza. Gesù dice, ad esempio: “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe”. “Come non riconoscere in queste espressioni l’assonanza con il Padre nostro?”, ha esclamato Francesco: “E gli esempi potrebbero essere numerosi. Anche per noi”. Negli scritti di San Paolo non troviamo il testo del “Padre nostro”, ma “la sua presenza emerge in quella sintesi stupenda dove l’invocazione del cristiano si condensa in una sola parola: ‘Abbà!’, papà”, ha proseguito Francesco: “Nel Vangelo di Luca, Gesù soddisfa pienamente la richiesta dei discepoli che, vedendolo spesso appartarsi e immergersi in preghiera, un giorno si decidono a chiedergli: ‘Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni – il Battista – ha insegnato ai suoi discepoli’. E allora il Maestro insegnò loro la preghiera al Padre”.

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