Migranti: Onu, “bloccare l’approvazione del decreto sicurezza bis. Il diritto alla vita e il principio di non respingimento devono prevalere”

Alcuni esperti dell’Onu sui diritti umani hanno condannato la bozza del decreto sicurezza bis del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che prevede multi a quanti soccorrano migranti e rifugiati in mare, e ha sollecitato il governo a bloccarne l’approvazione.  “Il diritto alla vita e il principio di non respingimento dovrebbero sempre prevalere sulla legislazione nazionale e su altre misure presumibilmente adottate in nome della sicurezza nazionale”, hanno affermato gli esperti indipendenti, che hanno espresso la propria preoccupazionein una lettera formale al governo italiano e, in copia, a Libia e Ue. “Sollecitiamo le autorità a smettere di mettere in pericolo le vite dei migranti, compresi i richiedenti asilo e le vittime di traffico di esseri umani, in nome della lotta contro i trafficanti. Si tratta di un approccio fuorviante, non in linea né con il diritto internazionale generale né con la legislazione internazionale sui diritti umani. Al contrario, politiche migratorie restrittive contribuiscono a esacerbare le vulnerabilità dei migranti e servono solamente a accrescere il fenomeno del traffico di esseri umani”.  Secondo gli esperti Onu se il decreto entrasse in vigore, “minaccerebbe seriamente i diritti umani dei migranti, compresi i richiedenti asilo, così come le vittime di tortura, traffico di esseri umani e altri seri abusi dei diritti umani”. Gli esperti hanno inoltre chiesto la revoca di due precedenti direttive che vietano alle navi delle Ong che soccorrano migranti a largo delle coste libiche di accedere ai porti italiani. La seconda riguarda la nave italiana Mare Jonio. La dichiarazione che i porti libici sono “in grado di garantire ai migranti un’adeguata assistenza logistica e medica” è stata “particolarmente allarmante – spiegano gli esperti Onu -, specialmente alla luce dei rapporti secondo cui la guardia costiera libica ha commesso numerose violazioni dei diritti umani, inclusi la collusione con reti di trafficanti e il deliberato affondamento di imbarcazioni”. “Siamo profondamente preoccupati per le accuse mosse alla nave Mare Jonio – affermano -, che non hanno trovato il riscontro di qualunque competente autorità giudiziale. Crediamo che ciò rappresenti un ulteriore tentativo politico di criminalizzare gli attori umanitari che svolgono un servizio che salva vite, indispensabile per la tutela di vite umane e dignità”. Le direttive italiane, osservano, stigmatizzano i migranti  come “possibili terroristi, trafficanti e contrabbandieri”, senza fornire prove. “Siamo preoccupati che questo tipo di retorica esasperi ulteriormente il clima di odio e xenophobia, come già sottolineato in un’altra lettera alla quale il governo italiano deve ancora dare risposta.”

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