Diocesi: mons. Rossi (Civita Castellana), “il discernimento è come l’amore della sposa, quello più vero, coerente e fedele a identità e attese”

“Se la vita cristiana è vista solo come legge, il discernimento diventa il trucco di chi crede di poter prendere in giro Dio. Se invece il cristianesimo è essenzialmente grazia, il discernimento è l’attenzione amorosa della sposa verso lo sposo, che ama nel modo più vero, coerente, fedele alla sua identità e alle sue attese”: queste le immagini e le similitudini usate dal vescovo di Civita Castellana, mons. Romano Rossi, nel suo intervento alla conferenza sul discernimento che si è svolta sabato nella parrocchia di San Giuseppe a Rignano Flaminio (Rm). Confrontandosi con Enzo Bianchi, consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, definisce il suo libro “L’arte di scegliere” come “un piccolo manuale di vita cristiana, in cui il fondatore di Bose, usando il pretesto del discernimento, ci dice la grazia del Vangelo, l’importanza dell’interiorità, della consapevolezza e del valore della libertà”. “Un ‘vir eclcesiasticus’, un cuore davvero innamorato del Vangelo” è la definizione proposta da mons. Rossi di Enzo Bianchi, che ha un legame particolare con la diocesi di Civita Castellana per la presenza sul suo territorio, a Civitella San Paolo, di una fraternità della comunità monastica di Bose. Il presule conclude con una riflessione sul tema delle vocazioni alla luce del discorso sul discernimento: “Non si tratta di un problema di riforma strutturale della Chiesa, ma di rifondazione della fede nella vita del popolo cristiano. Solo così si riconsegna il tema alla sua dimensione più vitale”.

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