Chiese orientali: il card. Sandri in Serbia per l’inaugurazione dell’Eparchia di San Nicola

Il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è recato in visita in Serbia. L’occasione è stata offerta dall’inaugurazione dell’Eparchia di San Nicola. Nella mattinata di sabato scorso è stato ricevuto in udienza dal patriarca serbo ortodosso, Irinej, e da due metropoliti del Sinodo, che in quei giorni era radunato in assemblea. Dopo aver portato il saluto del Papa, il porporato ha espresso gli auguri per gli ottocento anni dell’autocefalia della Chiesa Serba. “La conversazione – informa una nota – è proseguita spaziando su diverse tematiche, anche con gli interventi dei Metropoliti ortodossi e del Nunzio Apostolico, condividendo il dolore per le situazioni in cui sorgono o persistono tensioni o scontri in diverse aree del mondo tra popoli cristiani: la strada necessaria è sempre quella di promuovere anche da parte dei leader religiosi una corretta educazione dei propri fedeli, e ove necessario aiutare tutti in uno sforzo di purificazione della memoria”. Terminata l’udienza, la delegazione vaticana è stata accompagnata nella visita alla cattedrale patriarcale, e di lì nel tempio di San Sava, santo patrono della Chiesa Ortodossa Serba. Nella parrocchia bizantina di Novi Sad, sono stati celebrati i Vespri, seguiti da intermezzi di musica corale eseguiti dalle corali locali e da quella proveniente da Uzhorod (Ucraina) e sintesi storiche sulla comunità rutena che ha dato origine all’Esarcato e ora alla nuova Eparchia. Il card. Sandri, prendendo la parola prima della conclusione, ha indicato nell’elevazione dell’esarcato a eparchia un “riconoscimento del vostro cammino, che vi abilita e vi responsabilizza nel vivere in pienezza il vostro essere Chiesa particolare”. Ieri mattina, le delegazioni si sono invece spostate a nord di Novi Sad, nella cittadina di Ruski Krstur, sede della cattedrale della nuova Eparchia, dove si è svolta la divina liturgia di proclamazione della nuova circoscrizione e l’intronizzazione del primo vescovo.

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