Nigeria: mons. Kukah (Sokoto), “è molto importante che i fedeli ritrovino la propria voce cristiana”

“Crescere fra le spine: la lotta dei cristiani in un contesto a maggioranza musulmana” è stato il tema di una serata organizzata a Budapest sull’esperienza dei cristiani in Nigeria e di cui oggi riferisce un comunicato del segretariato della Conferenza episcopale ungherese. A offrire la propria testimonianza mons. Matthew Hassan Kukah, vescovo della diocesi di Sokoto, e Dacholom Datiri, presidente della comunità protestante della Church of Christ of Nigeria. “Non bisogna chiedere perdono per il fatto che siamo cristiani”, ha affermato il vescovo Kukah. Se è necessario il dialogo, la fiducia nell’altro è indispensabile, ma soprattutto la fiducia in se stessi: “È molto importante che i fedeli ritrovino la propria voce cristiana”. Dacholom Datiri ha spiegato la situazione dei fedeli della sua Chiesa, presente in dodici Paesi d’Africa, e quella che “soffre le persecuzioni più atroci” da parte delle organizzazioni degli Islamisti estremisti: uccisioni di massa, persone cacciate dalle proprie case e terre a migliaia, case e Chiese distrutte, interi villaggi incendiati, cibo e prodotti agricoli devastati. “Non possiamo rimanere indifferenti. Dobbiamo renderci conto della realtà. Il mondo non può chiudere gli occhi e non può negare le persecuzioni dei cristiani!” ha fatto appello il pastore. L’Ungheria ha contribuito recentemente alla ricostruzione di una scuola cattolica e di un seminario distrutti dagli estremisti e ha offerto alcune borse di studio per studenti universitari della Nigeria attraverso “Aiuto ai cristiani perseguitati” e il programma Hungary Helps.

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