Europa: Milano, “Re-thinking Europe”. Padre Poquillon (Comece), “nazionalismo è una falsa risposta a un problema reale”

(Milano) Sono cinque i passaggi istituzionali fondamentali che attendono l’Ue nei prossimi mesi, richiamati da padre Olivier Poquillon, segretario generale Comece, al convegno “Re-thinking Europe: the Social Doctrine of the Church in action”, svoltosi oggi in Università Cattolica di Milano. “Anzitutto domenica 26 maggio, le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Quel giorno – ha detto con tono scherzoso Poquillon – andremo a messa e poi a votare. Oppure viceversa”. Quindi, dall’autunno, il rinnovo della Commissione europea, la decisione per il nuovo presidente del Consiglio europeo, il rinnovo del vertice della Banca centrale europea, e, non da ultimo, “l’incognita Brexit”. Due, invece, le sfide di ampia portata con le quali l’Europa nel suo insieme deve fare i conti: quella demografica (natalità, migrazioni e invecchiamento della popolazione, ha spiegato il relatore), e quella tecnologica. Su questo aspetto Poquillon si è soffermato a lungo, per segnalare “la trasformazione culturale e antropologica, e delle relazioni interpersonali, generata dall’utilizzo dei social e degli smartphone”. Con il rischio che la vita umana sia guidata solo da “sensazioni ed emozioni”, rifugiandosi in un crescente individualismo. Emerge la “netta distinzione tra modello individualista, che prevale in facebook, e modello personalista”, che riconosce nell’altro un fratello da incontrare, sostenere, col quale dialogare.
“La vita è un dono – ha ribadito padre Poquillon – ricevuto da Dio, da condividere e da trasmettere mediante autentiche relazioni umane”. Nella dottrina sociale della Chiesa si riscontra “una chiave per leggere la realtà e per agirvi da protagonisti”, anche sul versante europeo, “ponendo al centro dell’attenzione la persona umana e in particolare i soggetti più deboli”, cui dedicare maggiori cure. Anche dal segretario generale Comece è giunto un richiamo ai cristiani, affinché si mobilitino nella politica. Chiamati a intervenire sul nodo dei crescenti nazionalismi, i due relatori al convegno di Milano hanno risposto con parole chiare. Mons. Crociata: “La Chiesa è critica con questi fermenti, per due ragioni. La prima: vi si riscontra una chiusura che contraddice lo spirito stesso del cristianesimo, che semmai guarda al di là dei confini. E poi il nazionalismo è oggi un controsenso. I singoli Stati Ue non bastano, da soli, a rispondere alle sfide globali della nostra epoca”. Sulla stessa linea Poquillon: “Il nazionalismo è una falsa risposta a un problema reale. Occorre mettere in relazione le comunità locali con quelle nazionali ed europea. La fraternità umana è la visione che ci deriva dal vangelo”.

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