Ebrei-cattolici: incontro su “Popoli, idee e confini in movimento”. Mons. Spreafico (Cei), “rigurgito in Europa di gruppi di estrema destra si nutre di antisemitismo come pane della sua propaganda”

“L’antisemitismo e il pregiudizio antiebraico non sono per nulla morti”. “Il rigurgito in Europa di gruppi di estrema destra si nutre dell’antisemitismo come pane della sua propaganda. E nel clima rancoroso e di odio in cui ci stiamo infilando non solo in Italia, purtroppo dobbiamo prepararci al peggio”. Usa toni gravi mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione Cei per il dialogo, nel parlare di antisemitismo, uno dei temi al centro dell’incontro che si sta svolgendo a Roma (fino a giovedì) presso la Conferenza episcopale italiana dell’International Liaison Committee (Ilc), al quale prendono parte la Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l’ebraismo e l’Ijcic (International Jewish Committee for Interreligious Consultations). “Ci troviamo in un momento storico difficile”, dice al Sir il vescovo, “non solo per la recrudescenza dell’antisemitismo ma per la violenza diffuso, il terrorismo, le guerre, il clima di off e on line, la crescente povertà di interi paesi che favorisce le migrazioni. Tutto sembra contribuire a far crescere paure e differenze, che creano divisioni e facili, quanto ingiustificate inimicizie”. Il vescovo traccia tre ambiti in cui ebrei e cristiani dovrebbero continuare il loro impegno comune. Il primo è educare a vedere anche nel “particolare” non come una appartenenza che esclude ma come “una vocazione a raggiungere tutti gli uomini” e a guardare “il diverso come espressione dell’immagine di Dio”. Il secondo ambito di azione comune è la “memoria del Male”. “Di fronte ad un’Europa in cui sembra più facile dimenticare o minimizzare la tragedia della Shoah, la coscienza ebraico-cristiana porta in sé una memoria, che significa impegno concreto per aiutare a non dimenticare e agire con ogni mezzo per estirpare dalla cultura occidentale ogni pregiudizio non solo nei confronti degli ebrei, ma di tutte le minoranze”. Infine, ebrei e cattolici sono chiamati a lavorare insieme per la vita e la terra e dare voce insieme – dice il vescovo – alle “domande di pace e di giustizia che salgono da tante parti del mondo, soprattutto dai poveri”.

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