Dolore: Cervellera (Aipas), “davanti alla sofferenza dobbiamo provare ad ascoltare”

“Dove le scienze umane si fermano, si apre uno squarcio in più dato dalla dimensione teologica della speranza che solo la fede può dare”. Lo ha detto ieri Gianni Cervellera, teologo e presidente dell’Associazione italiana pastorale sanitaria (Aipas), a margine della sessione dal titolo “Il mistero del dolore e la teologia pastorale”, nell’ambito del convegno Cei della pastorale della salute a Caserta. Durante la sessione, “è stato suggerito – ha aggiunto Cervellera – il valore di riferimento ritrovato in una frase nella Lettera agli ebrei: ‘imparò l’obbedienza dalle cose che patì’. Abbiamo riscoperto che il termine ‘obbedienza’ ha come etimologia ‘lo stare in ascolto’, oggi, soprattutto, in medicina, divenuta una formula quasi di rito. Ma davanti alla sofferenza, come quella di un bambino, dobbiamo provare ad ascoltare anche se la tentazione è di sollevare la persona dalla sofferenza quasi avessimo una bacchetta magica”. “All’ascolto va dato il suo tempo perché non è detto che ci siano tutti gli strumenti per affrontare la situazione. E pur avendoli dobbiamo trovare il modo per aiutare l’altro che sta soffrendo. Similmente – ha concluso – nella pratica clinica il medico prima di diagnosticare una malattia e dare una terapia deve conoscere il malato e ascoltarlo”.

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