Pastorale salute: minori e dipendenze. Squillaci (Fict), “abbassata la percezione del rischio. Uso cannabis normale”

Nel 2017 sono stati 70mila gli studenti che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. Di questi, il 13% ha ammesso di aver assunto sostanze sconosciute. A dirlo sono i dati contenuti nella relazione per il Parlamento del centro Espad – Istituto di fisiologia clinica del Cnr, ricordati da Luciano Squillaci presidente Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), durante la tavola sul tema delle dipendenze e i minori al convegno che si è aperto oggi a Caserta organizzato dall’Ufficio nazionale della Pastorale della salute della Cei. “I nostri giovani – ha detto Squillaci – non si fidano più di genitori, sacerdoti e insegnanti. Ma si fidano del pusher perché assumono sostanze che non sanno nemmeno cosa siano”. La più usata è la cannabis, seguita dalla spice. “L’accesso alle sostanze è immediato, sottolineo immediato, su internet. Negli ultimi cinque anni i minori in carico al servizio sanitario per problemi di dipendenza sono raddoppiati. E non solo – ha commentato – perché il sistema è più bravo a intercettarli. Una delle emergenze sono le nuove sostanze psicoattive solitamente importate dall’estero”. “Si è abbassata la percezione del rischio da parte dei ragazzi. L’uso della cannabis è normale. Il consumo – ha concluso – di sostanze non è percepito come antisociale ma anzi come un fattore di successo”. Fra i dati citati dal presidente della Fict c’è anche il numero dei ragazzi segnalati all’Autotità giudiziaria nel 2017, 1.334 di cui 498 in stato di arresto (4% del totale), 300 di questi sono stranieri.

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