Pastorale salute: autismo. Di Salle (Univ. Salerno), dimostrazione “di interesse dalla Chiesa”

“Inizio a vedere un interesse della Chiesa cattolica verso l’autismo e la tavola di oggi è un esempio. Ho trovato diverse figure ecclesiastiche che si sono dimostrate sensibili al problema, al punto da destinare risorse a bimbi con autismo”. Così Francesco Di Salle, professore ordinario di Neuroradiologia presso l’Università di Salerno, a margine della sessione dal titolo “Tendere la mano, tessere la rete. Servire la persona con autismo e la sua famiglia” nell’ambito del convegno nazionale della Pastorale della salute in corso a Caserta. In prospettiva, però, il docente vede un ruolo per la Chiesa: “Ancora più che l’uso di beni materiali – ha detto – quello di cui un soggetto con autismo ha bisogno è ottenere attenzione, amore. Proprio ciò che la Chiesa è preposta a fornire alle persone più di altre iniziative sociali. Credo che la missione dell’insegnamento e dell’abilitazione in autismo possa essere una nuova frontiera missionaria della Chiesa. Come tutte le missioni comporta difficoltà, forse anche più che andare in Africa. La missione è stare vicino a chi non vuole che l’altro stia vicino, parlare con chi non vuole parlare, insegnare a chi non vuole imparare. Il trattamento, l’abilitazione, la terapia e l’inclusione sono attività fatte in autismo in modo frammentario dall’iniziativa di singoli in un vuoto culturale che non ha permesso alle persone di formarsi per sapere cosa fare”. “Una sensibilità particolare – ha concluso – è quella del vescovo di Cerreto Sannita-Telese Terme-Sant’Agata de’Goti, mons. Domenico Battaglia, che è stato vicino alle famiglie con casi di autismo in maniera ammirevole”.

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