Festa dell’Europa: Milano, marcia per il 9 maggio. Arcivescovo Delpini, “scriveremo una storia nuova”

(Milano) “Spesso, rileggendo la storia, noi cristiani restiamo umiliati e confusi. Avremmo dovuto essere l’anima del mondo, invece, ci siamo, come tutti, lasciati sedurre dall’avidità delle ricchezze e dalla bramosia del potere. Avremmo dovuto essere un principio di unità tra i popoli e, talvolta, siamo stati un elemento di divisione tra cristiani, credenti nell’unico Signore. Avremmo dovuto essere il popolo della pace e, invece, in alcuni momenti – in troppo lunghi momenti – ci siamo fatti la guerra. Avremmo dovuto essere gente solidale, attenti ai poveri, disponibili all’accoglienza e, invece, troppe volte, siamo stati popoli conquistatori, che hanno saccheggiato il pianeta e hanno umiliato i popoli”. È un brano dell’intervento tenuto ieri sera dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, alla marcia “Insieme per l’Europa”, nel giorno della Festa d’Europa. Il cammino ha portato oltre 300 partecipanti dalla basilica di Sant’Eustorgio a San Lorenzo alle Colonne. Promossa dal Consiglio delle Chiese cristiane di Milano (19 le confessioni aderenti) e da molte associazioni e articolazioni ecclesiali, l’iniziativa ha visto l’intervento finale dell’arcivescovo, presente insieme ai ministri delle altre Chiese.

Nella sua riflessione Delpini ha sottolineato: “Costruiremo l’Europa non perché saremo più bravi dei nostri padri, più spirituali e più liberi, ma perché ci affideremo alla preghiera di Gesù. Camminiamo verso una nuova Europa, noi, Chiese cristiane, perché lasciamo che Gesù preghi per noi, ‘Che siano tutti una cosa sola, come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato’”. “Così, consapevoli dei fallimenti della nostra intraprendenza, è tempo che impariamo la docilità. Vogliamo essere l’anima dell’Europa perché vogliamo pregare, vogliamo imparare a pregare. Vogliamo imparare a camminare in umiltà e mitezza. Non siamo perfetti, non abbiamo imparato tutto dalla nostra storia; però, siamo qui, a proporci che, per grazia di Dio, scriveremo una storia nuova”.

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