Dialogo ebraico-cristiano: Istituto Biblico, concluso convegno “Gesù e i farisei”. Emerse nuove piste di ricerca e di studio

“Oggi è stato possibile un convegno sul fariseismo con rappresentanza ebraica e cristiana perché cristiani ed ebrei, nel dramma di una storia comune intricata e macchiata di sangue, sono sulla strada di una percezione profondamente diversa del rapporto tra le relative Scritture Sacre, dell’Alleanza mai revocata e dei popoli a cui le Scritture e l’Alleanza appartengono”. Lo ha affermato ieri sera Massimo Grilli, in chiusura del convegno internazionale “Gesù e i Farisei” (7-9 maggio) organizzato dal Pontificio Istituto Biblico per il 110° di fondazione, e co-sponsorizzato dal Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Gregoriana, dall’American Jewish Committee (AJC), dalla Cei, da Verbum e altre istituzioni. Dalla tre giorni è emerso che una certa teologia cristiana ha portato ad “un fraintendimento sostanziale dell’ebraismo e del movimento farisaico e della successiva teologia rabbinica – si legge nel comunicato conclusivo -. I farisei sono divenuti i nemici di Gesù, i rappresentanti della Legge che si oppone alla Grazia, del vecchio che si oppone al nuovo”.
“I farisei sono forse il più antico gruppo che è rimasto sotto il peso di stereotipi molto pesanti per ben duemila anni”, constata Joseph Sievers, docente del Biblico e ideatore dell’evento. Come, allora, parlare più adeguatamente dei farisei, nell’ambito di studio ma anche nelle omelie? Secondo i relatori, “è necessario – da un punto di vista storico – ridefinire il movimento cristiano all’interno del giudaismo o meglio dei giudaismi del primo secolo. All’interno di questa pluralità, il movimento che parte da Gesù e quello farisaico sono infatti ‘fratelli e diversi'”. Dopo un periodo secolare di disamine critiche che” hanno insistito soltanto sulla polemica tra Gesù e i farisei – affermano gli organizzatori – urge tornare a occuparsi sul piano storico-critico dei punti di contatto tra Gesù e i farisei. La ricerca di una trasformazione personale e sociale, con uno strenuo impegno a cercare quanto appartiene all’ ‘autentica volontà di Dio'” è “retaggio sia del movimento farisaico sia del movimento di Gesù e dei suoi discepoli”. Elementi quali “la fiducia in Dio, il giudizio, la fede nella risurrezione, l’attesa del compimento futuro… appartengono sia alla tradizione che presiede il giudaismo rabbinico sia a quella che presiede la tradizione cristiana”.

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