Diocesi: Latina, giovedì il convegno “Una Chiesa per gli altri. La grammatica del dono”

“L’accoglienza come parte costitutiva dell’essere cristiano, specie se ‘l’altro’ è più debole per tante ragioni”. Di questo si parlerà giovedì 11 aprile, alle 17 presso la curia diocesana di Latina, durante il convegno su “Una Chiesa per gli altri. La grammatica del dono”, organizzato da Caritas diocesana, Migrantes, Uffici liturgico ed ecumenico della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. Tra i relatori, Lidia Maggi, teologa e pastora battista (“Ripartire dal Vangelo: la grammatica del dono”); Oliviero Forti dell’ Ufficio Immigrazione di Caritas Italiana (“Focus sull’immigrazione in Italia”); fr. James Puglisi, direttore del Centro Pro Unione di Roma (“Collaborazione ecumenica delle Chiese di fronte al fenomeno migratorio”).
La domanda che attraverserà il convegno è “come essere una Chiesa aperta alla e sulla città, una Chiesa a cui sta a cuore l’altro, soprattutto se più fragile, vulnerabile e in condizioni di bisogno, semplicemente il ‘mio prossimo’ come dice il Vangelo”, si legge in una nota della diocesi pontina.
“Affrontare una questione come quella dell’accoglienza dei migranti in un territorio come quello pontino, in cui ce ne sono molti, ci sembrava importante per fare il punto della situazione. Lo vogliamo fare, però, anche insieme alle Chiese sorelle, perché questo è un problema che riguarda tutti e intorno al quale si deve operare con spirito di comunione e di collaborazione anche con gli enti istituzionali preposti”, evidenzia Mariangela Petricola, direttrice dell’Ufficio diocesano per il dialogo ecumenico e interreligioso.
Per il direttore della Caritas/Migrantes diocesana Angelo Raponi, “il dono, di cui si parla nel titolo del nostro convegno, è il dono dell’accoglienza, che è un dono soprattutto per le nostre comunità, perché ci offre l’occasione di guardare al futuro con più speranza. L’incontro ci permette di toccare con mano di quante risorse umane, morali e culturali ciascuno è portatore e quanto possono essere ricche e creative le società che riescono a valorizzare le diversità e mettere a frutto i talenti di ciascuno in una prospettiva comune. Accogliere è il nostro modo di contribuire alla costruzione di una società rinnovata, capace di lasciarsi alle spalle l’ingiustizia del mondo, e offrire alle generazioni più giovani un futuro di pace, di crescita economica, di maggiore equità sociale”.

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