Pastorale giovanile: don Falabretti (Cei), “individuare le parole coraggiose emerse dal Sinodo” per “disegnare un tracciato per i prossimi anni”

“C’è da mettere in gioco anche quell’intelligenza del cuore che sa scorgere strade nuove, sa trovare il coraggio di non adagiarsi e di riconoscere quali sono i passi da compiere. Senza inutili strappi, ma anche senza vane nostalgie”. Lo ha detto don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei, aprendo oggi, a Terrasini (Palermo), il convegno nazionale di pastorale giovanile, sul tema: “Dare casa al futuro. Le parole coraggiose del Sinodo dei Giovani”. All’iniziativa partecipano circa 800 persone provenienti da 170 diocesi italiane. Riferendosi allo scorso Sinodo dedicato ai giovani, il direttore del Servizio Cei ha spiegato che “è stato un annuncio potente e carico di speranze”. “Chi cercasse di ridurlo al mese di ottobre 2018 o alla pubblicazione di un documento, sarebbe davvero fuoristrada – ha aggiunto -. Il Sinodo è stato un cammino di due anni abbondanti dove con il pretesto di mettere al centro i giovani, gli adulti hanno finito per interrogarsi su di sé e la Chiesa ha capito il bisogno di darsi una forma per questo tempo così affascinante, seppur complesso”. Tornando al convegno nazionale di pastorale giovanile, don Falabretti lo ha presentato come “l’occasione per raccogliere quanto emerso dal percorso di questi dieci anni, cercando di individuare le ‘parole coraggiose’ emerse dal Sinodo che ci spingono a disegnare un tracciato per la pastorale giovanile dei prossimi anni”. “Bisogna trovare il modo di farlo diventare impegno dell’intera comunità, perché è soltanto in un contesto di relazioni che la Chiesa ha saputo educare in modo buono ed efficace”, ha concluso.

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